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L’insulina nell’uomo e nella donna: un “ponte” tra diabete e tumori sessuali


I tumori sessuali, cosiddetti ormono-dipendenti, sono generalmente dovuti a un’alterazione dell’espressione dei recettori per gli ormoni sessuali, estrogeni per la donna e androgeni per l’uomo. Questi tumori si dividono infatti in femminili e maschili, a seconda di quali organi riproduttivi e sessuali interessano. In Italia, nel 2020, il tasso di incidenza di queste malattie nella popolazione oncologica era di circa il 10% negli uomini e il 30% nelle donne. Nei pazienti diabetici lo sviluppo di queste neoplasie può essere considerata una complicanza a lungo termine del diabete stesso.


Il diabete mellito è un gruppo che comprende sindromi metaboliche in cui l’individuo presenta iperglicemia, che a sua volta deriva da difetti nella secrezione e nell’azione dell’ormone insulina. Le cellule del pancreas producono l’insulina, deputata alla regolazione della concentrazione di glucosio nel sangue. Il diabete si classifica nel diabete mellito di tipo 1 (T1DM) e 2 (T2DM). Il T1DM è causato da una carenza assoluta di secrezione di insulina, mentre il T2DM è causato principalmente dalla resistenza all'azione dell'insulina. Ossia, una ridotta capacità delle cellule di rispondere a questo ormone nella sua forma attiva, ad esempio non riuscendo a trasportare, e quindi ad utilizzare, correttamente il glucosio al loro interno, e da iperglicemia, che si possono manifestare nell’individuo in seguito a un periodo asintomatico. Per poter funzionare, l’insulina si lega al suo recettore IR (dall’inglese Insulin Receptor), del quale si conoscono due isoforme, IR-A e IR-B. Quando queste due non si trovano all’equilibrio, provocano alcune alterazioni fisiopatologiche nell’individuo tra cui l’insulino-resistenza e l’obesità.


Quale ruolo ha l’insulina nell’insorgenza dei tumori?


Nelle cellule, l’insulina si attiva successivamente allo stimolo dato da una fonte di nutrimento, ovvero dal glucosio. È noto che il tumore, per poter progredire e crescere, ha bisogno di sufficienti quantità di nutrienti. Il metabolismo del cancro si basa soprattutto sulla glicolisi aerobia: questo processo è comunemente noto come effetto Warburg, secondo cui le cellule tumorali effettuano uno switch metabolico, preferendo la glicolisi alla respirazione mitocondriale: ciò comporta una continua e rapida produzione di zucchero, che resta a disposizione delle cellule maligne.

Correlazione tra insulina e ormoni sessuali nel tumore


Alcuni tipi di ormoni, oltre a regolare l’omeostasi del nostro organismo, possono anche controllare la proliferazione delle cellule. Infatti, se presenti in quantità eccessive, possono agire come fattori di crescita inducendo la comparsa di alcuni tipi di tumori. Tra questi ormoni troviamo quelli sessuali, gli estrogeni e gli androgeni, che possono portare all’insorgenza di tumori al seno, all’endometrio, e alla prostata. Nelle donne affette da tumori sessuali è stato osservato che l’obesità e l’insulino-resistenza aggravano la patologia: questo di fatto è dovuto all’aumento dell’insulina circolante che interferisce con la proteina legante gli ormoni sessuali (detta globulina SHBG). A causa di tali eventi, si osserva un aumento della quantità di estrogeni biodisponibili che potenziano la proliferazione cellulare.


Il ruolo dell’insulina nei tumori maschili è meno chiaro, ma è stato sperimentato che questo tipo di carcinoma sia causato specificamente da una disregolazione del complesso androgeno-recettore al quale si associa un’anomalia della funzione del recettore di alcuni fattori che agiscono similmente all’insulina.

Quale potrebbe essere l’approccio terapeutico per il controllo dello sviluppo di questi tipi di tumore nei pazienti diabetici?

Sono stati condotti diversi studi clinici su campioni di pazienti diabetici inizialmente non oncologici. Questi individui sono stati seguiti per alcuni anni dall’inizio degli studi, durante i quali hanno sviluppato alcune neoplasie. Tale correlazione suggerisce che un trattamento farmacologico efficace nel controllo dei tumori ormono-dipendenti possa includere l’utilizzo di ipoglicemizzanti orali, quali la metformina e i tiazolidinedioni. Queste due classi di farmaci, che agiscono attraverso meccanismi molecolari differenti, sono in grado di bloccare la crescita e il differenziamento delle cellule cancerose.


Attenzione invece all’uso di insulina non prodotta dal nostro organismo, definita esogena! Nonostante ad oggi sia l’unica scelta terapeutica per i pazienti con diabete mellito di tipo 1, alcuni studi di popolazione hanno messo in luce che nei cosiddetti analoghi dell’insulina (farmaci costituiti da modifiche strutturali all’insulina umana) l’affinità per il recettore è variabile e quindi, possono esplicare diversamente la loro attività mitogena (ossia di induzione della divisione delle cellule). Pertanto, alcuni tipi di terapia insulinica sono stati considerati sospetti fattori cancerogeni in questi pazienti. Resta da comprendere con esattezza se questi eventi avversi siano legati al farmaco insulina oppure se rappresentino effettivamente un fattore di rischio a lungo termine del diabete sui pazienti.



Eleonora Collalti

Laureata in Scienze Biologiche e in Biotecnologie Farmaceutiche, ha partecipato al progetto Erasmus+ presso l’Università di Valencia e in seguito, ha svolto un tirocinio di laboratorio nel centro di ricerca scientifica dell’Università di Malaga. Attualmente, lavora nel reparto microbiologico del Quality Control presso Alfasigma.




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